RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno XXII , n° 1, Giugno 2004 ( Cinema ) | pag. 177-194 |
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OMBRE SONORE: LA LINGUA NEL CINEMA ITALIANO | |
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ROBERTO LAZZERINI | |
Facoltà di Scienze della Formazione di Perugia | |
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Premessa Non si tratta di esaminare tutta intera la questione della lingua italiana nel cinema: il compito eccede lo sforzo individuale e non può che essere l'effetto di lunghi e argomentati studi, alcuni peraltro, cui rimando, già compiuti e ragguardevoli. Presento invece un canovaccio di ricerche e orientamenti, a scopo didattico, di sostegno nel lavoro quotidiano a scuola, volgendo l'attenzione a fenomeni fin qui poco considerati didatticamente, in verità utili: dobbiamo presentire, infatti, i problemi linguistici connessi al cinema come documenti e, nello stesso tempo, come elementi di una rappresentazione diegetica. Il cinema riflette e coopera a produrre cambiamenti storici, nel costume, nei modelli di comportamento, nelle forme percettive, nella lingua appunto. In questo senso documenta, con la sua particolarità linguistica, l'avvento di nuove forme di comunicazione e di socialità. Al tempo stesso, raccontando le innumerevoli storie di cui è fatto, il cinema mette in scena personaggi che vivono in certi ambienti e parlano una certa lingua. Tutto qui. Anzi nella puntuale rappresentazione della realtà, nel gioco del verosimile, il cinema, nonostante la sua evidente artificiosità, dà luogo a quel curioso fenomeno di autoinganno dello spettatore che scambia volontariamente la rappresentazione della realtà per la sua duplicazione. Il parlato, il sonoro, insomma tutto l'insieme dei fenomeni acustici, rispetto al cinema muto o sordo, rafforza questa impressione di realtà, scaccia le ombre grigie, contribuisce a guarire dalla nevrosi naturalistica di Maxim Gorkij. Eccola, questa malattia, in una dichiarazione dello scrittore russo: "Ieri sono stato nel regno delle ombre. Se sapete quanto è strano, è un mondo silenzioso, senza colore. Tutto: la terra, il cielo, gli alberi, gli esseri umani, tutto appare di un grigio uniforme. I raggi grigi del sole brillano in un cielo grigio. Gli occhi sono grigi nei volti grigi, grigie sono anche le foglie degli alberi. Non è la vita, ma la sua ombra. Non è il movimento, ma il suo spettro muto. Tutto vi accade in uno strano silenzio. Non si sentono le ruote delle automobili, né il rumore dei passi, né le conversazioni. Nulla. Non una sola nota della complessa sinfonia che sempre accompagna il movimento della vita". |
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