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Modern Italy
Journal of Modern Italian Studies
RIVISTA DI STUDI ITALIANI
Anno XXII , n° 1, Giugno 2004 ( Contributi ) pag. 123-141
RITRATTI DI DONNA: IL TEATRO DI CLOTILDE MASCI
DANIELA CAVALLARO
University of Auckland,
Auckland, New Zealand
Il nome di Clotilde Masci non compare frequentemente nei repertori dei teatri italiani, né nelle storie del teatro italiano moderno. Eppure, negli anni fra il 1946 e il 1967, Clotilde Masci ha pubblicato più di trenta testi drammatici1. Dopo anni di apprendistato con lavori dedicati in particolare a filodrammatiche femminili, le sue opere più mature hanno raggiunto le compagnie di teatri di prosa e le maggiori riviste di teatro. Molti dei suoi lavori teatrali sono stati trasmessi per radio e in televisione, ricevendo premi e riconoscimenti a livello nazionale. Le sue opere, oltre che per il loro valore drammatico, possono essere apprezzate da un pubblico odierno anche per il
loro valore di documento sociale. Esse, infatti, rendono visibili i cambiamenti della società italiana dalla ricostruzione dopo la fine della seconda guerra mondiale, al boom economico, per arrivare agli eventi del '68, soprattutto per
quanto riguarda la posizione della donna nella società. Le protagoniste dei suoi drammi e delle sue commedie -- ragazze in cerca di marito, ragazze madri, donne sposate, separate, vedove, "zitelle" -- pur mantenendosi nell'ambito della morale prevalente, esprimono una sempre maggiore insoddisfazione rispetto al ruolo esclusivo di moglie e madre che la società
assegnava alle donne. Il teatro di Clotilde Masci -- i suoi personaggi femminili, le tematiche di attualità sulla condizione della donna che fanno da sfondo ai suoi testi, e in particolare la sua rappresentazione della vita matrimoniale -- è dunque particolarmente rappresentativo dello sviluppo della drammaturgia femminile negli anni compresi fra il secondo dopoguerra e l'esplosione del teatro femminista nei primi anni '70.
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