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Modern Italy
Journal of Modern Italian Studies
RIVISTA DI STUDI ITALIANI
Anno XXII , n° 1, Giugno 2004 ( Contributi ) pag. 25-40

CARDUCCI TRADUTTORE DI HEINE
GABRIELE DI GIAMMARINO
Roma
Nella poesia di Carducci, accanto all'esaltazione dello spirito
eroico, improntata al gusto neoclassico, vive, in antitesi più
apparente che reale, una moderna idea di eroismo romantico
consistente nella sfida alle convenienze e alle convenzioni, nel
vagheggiamento di scelte avventurose, nella ribellione contro
alcuni aspetti della società borghese e nobiliare. Sono, questi
ultimi, i sogni di un intellettuale che ebbe un'esistenza per certi
versi abbastanza tranquilla ed aspirò, per un contrasto tutto
risolto nelle immagini della fantasia, a una vita diversa.
Nondimeno, mentre la tensione classicheggiante lo faceva
cadere nelle ben note tentazioni retoriche, il fascino
dell'avventura, della negazione, della disobbedienza gli apriva
strade intentate e nuove prospettive. Perciò egli non poteva
restare sordo a un'esperienza poetica come quella di Heine,
dominata da un'irrequietezza interiore dinanzi allo spettacolo del
mondo, da un'insofferenza verso ogni forma di oppressione
politica e sociale, ma soprattutto pronta a lanciare il grido di
rifiuto e di sfida contro il male che piega e che offende la dignità
dell'uomo. È inoltre significativo il fatto che la musa heiniana, a
cui, prima di Carducci, prestarono attenzione privilegiata spiriti
liberi e patrioti italiani, abbia trovato benevola accoglienza in
settori intellettuali che si ispiravano agli ideali del Risorgimento.
Per esempio, Ippolito Nievo e Giuseppe Revere, l'uno padovano,
l'altro triestino, originari cioè di località dove il tedesco
poteva considerarsi una seconda lingua, guardarono con grande
interesse ad Heine. Nievo nel 1859 tradusse alcune liriche del
poeta tedesco, dalle quali aveva tratto qualche spunto per le
poesie contenute nei Bozzetti alpini; Revere nel
1857 pubblicò a Genova i componimenti poetici dei Bozzetti
veneziani
, in cui non sono poche le reminiscenze heiniane.
Nello stesso anno un altro patriota friulano, Teobaldo Ciconi,
dava alle stampe quello che può considerarsi il primo saggio di
versioni da Heine; ma fu merito del bergamasco Bernardino
Zendrini l'averne tradotto nel 1866 l'intero
Canzoniere e diffuso la conoscenza con una serie di
articoli. Tuttavia sul versante della critica già il poeta Tullo
Massarani, senatore del Regno dopo l'unità d'Italia, con lo scritto
Enrico Heine e il movimento letterario in Germania,
apparso sul Crepuscolo nel 1854, aveva dato un
contributo alla conoscenza di un artista che amò la nostra
nazione e fu ripagato con la stessa moneta dagli Italiani.
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