RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno XIX , n° 2, Dicembre 2001 ( Contributi ) | pag. 119-140 |
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LA MEMORIA DEL CRONISTA: SUL DIARIO ROMANO DI VITALIANO BRANCATI |
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MASSIMO SCHILIRÒ | |
Università di Catania | |
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Simile all'implacabile Ireneo Funes di Borges, che sa ricostruire una giornata intera, solo che la sua ricostruzione dura un'altra intera giornata, e il gelo cala in quelli che l'incontrano e sanno che di loro ogni vana parola e ogni inutile gesto verranno ricordati, nel Diario romano di Vitaliano Brancati a un certo punto appare un personaggio che sembra ammonimento contro i cattivi usi della memoria. In forma di dialogo Brancati porta in scena, con la moglie che se ne sente perseguitata, un dannunziano attardato, e inconsapevole di esserlo ancora ("Io fui dannunziano fino all'aprile del 1935...: dopo, non lo sono stato più"1; ma già un anno dopo sul comodino di questo personaggio era riapparso Forse che sì forse che no), che ha la prodigiosa facoltà di dare una data a qualsiasi ricordo. Quella "alterazione nervosa, per cui Emilio ha acquistato la mania di ricordare gli avvenimenti più futili con la data esatta", è un culto esasperato della memoria: non tanto un tentativo di fermare la corsa del tempo, ma un effetto di fissazione al passato, di pietrificazione della vita in un tempo dominato dalla ripetizione. [...] | |
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