Ma. come sempre, la sua forza d'osservazione gli fu di piccola utilità.
(Senilità, p. 351)
La resistenza all'ironia come struttura significante del romanzo moderno ci impedisce di apprezzarne fino in fondo la modernità (o "postmodernità"). È il caso di Svevo, sommo ironista, la cui modernità, se non addirittura l'abilità letteraria, è sempre stata messa in discussione1. In questa sede vorrei esaminare brevemente le sue prime opere, Una vita e Senilità, due romanzi che a prima lettura non sembrano affatto ironici sebbene, com'è stato spesso osservato, siano venati di una sottile ironia diretta soprattutto ai personaggi principali, i cosiddetti "inetti" dei romanzi2. [...]