In Autoritratto di gruppo on the 1968 movement in Italy, its roots and its legacies, the historian Luisa Passerini uses autobiography, historical research and - her specialty - oral testimony to examine the contradictory nature of the 1968 experience. Passerini recalls a particular inconsistency of Italian student life in one tradition which that generation did not eschew: "Godersi il buon cibo, la cucina piemontese sopraffina, i tartufi, era in felice contrasto con un'impostazione generale che negava le gratificazioni sociali, la carriera, il rispetto umano. Cucinavamo a volte per un pomeriggio intero, magari un fritto misto colossale, con tutti i pezzi richiesti dalla tradizione1. [...]