RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno XXIII , n° 1, Giugno 2005 ( Contributi ) | pag. 78-118 |
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SPERIMENTALISMO LINGUISTICO E FICTIO DEL PARLATO NEL TESSUTO SINTATTICO-STILISTICO DEI MONDI CELESTI, TERRESTRI E INFERNALI DI ANTON FRANCESCO DONI |
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ROSANNA MARSICO | |
Università degli Studi di Roma "La Sapienza" | |
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Abstract: Nel panorama letterario italiano cinquecentesco si sviluppa una corrente innovativa caratterizzata da una inedita e disincantata visione della realtà, cui corrisponde un sostanziale adeguamento dei mezzi espressivi utilizzati. Tra i principali esponenti di questa nuova tendenza, che coglie e interpreta la contraddittorietà del presente talvolta senza una vera coscienza critica, si distingue Anton Francesco Doni. Scrittore versatile, inquieto, esuberante e “irregolare”, il Doni propone nei Mondi celesti, terrestri e infernali un progetto utopico in cui è vagheggiata, anticipando in parte il Campanella, una città ideale dominata dall’uguaglianza sociale, dalla moralità e dalla supremazia dell’ordine naturale rispetto a quello artificiale. A livello linguistico il testo presenta una serie di elementi originali (esuberanza espressiva, uso di moduli e registri afferenti alla sfera dell’oralità, ecc.) che segnano una netta rottura rispetto alla cristallizzazione linguistica e al paludamento accademico dilagante nel XVI secolo. Parole chiave: Genere utopico nel Cinquecento; anticlassicismo ed espressionismo linguistico; mimesi e simulazione del parlato |
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