RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno XXIV , n° 1, Giugno 2006 ( Contributi ) | pag. 1-19 |
![]() |
|
LA NOVELLA DOPO BOCCACCIO. SEGNI UMANISTICI DI TRASFORMAZIONE |
|
![]() |
|
FLORA DI LEGAMI | |
Università di Palermo | |
![]() |
|
Abstract: Il genere della novella, giunto con Boccaccio a prestigiosi esiti letterari, alla svolta dei secoli XIV e XV, presenta interessanti modificazioni di scrittura e struttura. L'adozione di un soggetto narrante, cui si annodano fili inventivi e stilistici nella fictio della cornice, una ratio testuale asimmetrica, mistione di lingua letteraria e esiti espressivistici, connotano il lavorio sperimentale in atto. Il discorso retorico regolato dall'auctor, il venir meno di locutori con funzione oggettivante, modalità classiche epistola e confabulatio progressiva amplificazione e autonomia del narrato, cooperano alla trasformazione del genere. Si affermano nuove tipologie: spicciolate, novellieri-romanzo, raccolte di facezie, storie e lettere-novelle, sull'esempio della Griselda del Petrarca. Il testo dell'aretino detta uno scarto retorico rilevante rispetto al modello decameroniano: interrompe un sistema complesso, incrementa strategie di soggettività espressiva, nonché statuti narrativi validi in sé. La metamorfosi della novella, in più, riguardata a fronte dei coevi codici figurativi, offre la possibilità di individuare, in un gioco di rifrazioni e complicità, alcuni tratti fondanti del moderno. Parole chiave: Pluralità di strategie, giochi sperimentali, dinamiche contrastive, primo Quattrocento, novella, Boccaccio, Petrarca e le analogie con i linguaggi artistici del tempo. |
|
![]() |
|
![]() |
|
Registrati e acquista crediti per leggere l'articolo | ![]() |
Oppure acquistalo subito con PayPal |