Abstract:
Lo studio avanza l'ipotesi che per capire l'atteggiamento dantesco verso l'usura bisogna esplorare non tanto la condanna alla quale essa viene sottoposta nel Canto XVII dell'Inferno quanto il rapporto che il poeta dimostra di avere con gli usurai stessi. È ben noto che nel mondo medievale, l'usura, come concetto, è il peccato più sprezzante: l'usura è un peccato contro Dio. Tuttavia, da questa indagine, emerge che la pratica dell'usura, per necessità intrinseche allo
sviluppo delle nuove attività commerciali, di cui Firenze è il centro
incontrastato, coesiste strettamente con l'abito mentale dell'uomo medievale.
Parole chiave:
Shakespeare, Dante, usura, commercio, Medioevo, società agraria, Bardi, Peruzzi, Cerchi.