LINKS
Modern Italy
Journal of Modern Italian Studies
RIVISTA DI STUDI ITALIANI
Anno XX , n° 1, Giugno 2002 ( Contributi ) pag. 281-305

"UOMO DI PENA" O UN LUPO IN VESTE DI AGNELLO?
RILEGGENDO L'ALLEGRIA DI UNGARETTI
VIVIENNE SUVINI-HAND
Royal Holloway College,
University of London
I tedeschi sono dei formidabili guerrieri; peggio, sono dei sicari. Hanno ucciso la patria di Dostoievski; tentano di assassinare la Francia e d'assassinarci. Diffidate...più dei loro cannoni c'è da temere il loro subdolo intrigante inquinamento...L'Italia vuol essere più grande,...non vuole essere destituita alla sorte d'una tribù di negri. (1918)

Fu allora, per in qualche modo guarirci dall'ossessione della fragilità, che nell'anima ci nacque il sentimento...che ogni uomo è, senza limitazioni né distinzioni, quando non tradisce se stesso, il fratello di qualsiasi uomo, fratello come se l'altro non
potesse essergli meno simile di un altro se stesso. (1966)

La prima citazione riportata qui sopra è tratta da un brano in prosa intitolato "Zona di guerra (Vivendo con il popolo)"1, scritto da Ungaretti il 30 dicembre
1917, e pubblicato sul Tempo nel gennaio 1918, prima dell'armistizio finale della prima guerra mondiale. Il secondo estratto è parte di uno scritto intitolato
"Il Carso non è più un inferno", letto da Ungaretti alla prima Conferenza Centro Europea tenutasi a Gorizia nel 1966. Sebbene scritto quarantotto anni dopo la
fine del primo conflitto mondiale, in esso Ungaretti riferisce delle sensazioni sue e di quelle dei suoi compagni di battaglia durante i combattimenti dalla loro postazione nella regione del Carso.
Registrati e acquista crediti per leggere l'articolo Scarica il File PDF!
   
Oppure acquistalo subito con PayPal