RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno XXVI , n° 1, Giugno 2008 ( Contributi ) | pag. 1-15 |
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TASSO CONTRO TASSO | |
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BERNARDO PICICHÉ | |
Virginia Commonwealth University Richmond, Virginia |
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Abstract: Procedendo per decifrazione di indizi questo lavoro prospetta l’ipotesi che Torquato Tasso nutrisse, se non risentimento, almeno rimprovero verso il padre. Il punto di vista soggettivo del figlio viene intuito fra le righe di un’epistola e del dialogo Il padre di famiglia. L’apparentemente insignificante dettaglio della menzione di meloni nella lettera a Antonio Costantini (12 settembre 1590) squarcia il velo che nasconde frustrati desideri. Nella lettera Torquato rivela di essere ghiotto di questo frutto. Ciò spiegherebbe perché il poeta, quando può sognare per sé una cena ideale – come ne Il padre di famiglia – guarnisca la tavola di meloni, a dispetto delle convenzioni di gastronomia cinquecentesche che sconsigliavano tale cibo. Ma Il padre di famiglia, in cui il carattere narrante è lo stesso Torquato, vede anche un’altra infrazione. Viene presentata qui una figura di padre ideale. Ignorando l’abituale metus filiale, il modello è l’antitesi di Bernardo Tasso. Forse in questo dialogo – scritto alla vigilia dell’internamento a Sant’Anna – Torquato sta dando libero sfogo a tutti i propri desideri? Parole chiave: Torquato Tasso, Bernardo Tasso, meloni, Il padre di famiglia, cena rinascimentale, gentiluomo di campagna, lettere del Tasso, rapporti padre-figlio, dialogo, psico-critica. |
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