Muoversi "attorno ad un idea di poesia che coniuga strutture arcaiche (probabilmente insostituibili ed ineludibili) con pulsioni di
rinnovamento forti e cogenti": una direttrice senza dubbio ideale
quella che ispira un recente saggio1 di Mauro Canova, ricercatore attivo in ambito teatrale e poetico. Chi scrive condivide l'urgenza di una presa di coraggio da parte delle voci più limpide, verso un dire che possa, almeno in parte qua, emanciparsi dall intimistica indisciplina cui spesso è relegato, facendosi nuovamente ricettacolo di conseguimenti sapienziali, cangiante cartografia del significato della presenza dell'uomo nel mondo (dunque Stella variabile, per anticipare il titolo di un'opera che ricorderemo più sotto), e forzando il lettore ad uscire dal suo pre-appagamento di monade culturale. [...]