Il profilo critico del Firenzuola è venuto a delinearsi principalmente in base all'interesse linguistico presentato dalle sue opere, a cui si riconosce il merito di una lingua elegante, limpida, musicale, "derivante da un'armonica mistura di modi illustri e forme popolaresche"1, una lingua che tende all'"epicurismo della parola" e che, simultaneamente, introduce il ritmo del parlato"2. Al suo Dialogo delle bellezze delle donne si attribuisce, oltre al pregio linguistico, un posto di preminenza nella storia della trattatistica, essendo ritenuto, quasi concordemente, "la più importante opera della precettistica rinascimentale, riguardante la bellezza muliebre",3 e "il più
compiuto e meglio riuscito trattatello d'estetica femminile" della
letteratura italiana4. [...]