La fortuna del Verga sembra che abbia la tendenza ad essere
condizionata dall'inesorabile legge del pendolo: una volta in fase
ascendente, e poi l'inevitabile fase discendente. Al centro l'ipotetico periodo di stasi che, superato dalla forza d'inerzia, fa continuare il movimento. Oggi la critica verghiana rimane ancora polarizzata nelle due correnti predominanti: la critica idealistica e quella di sinistra. La prima cerca di smussare le angolature testuali con una realtà contradditoria1, la seconda cerca disperatamente il nesso del sostrato storico che possa connettere il contenuto alla realtà oggettiva dell'opera, come risulta dagli ultimi tentativi del Luperini2.