RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno XXII , n° 2, Dicembre 2004 ( Note e Rassegne ) | pag. 251-268 |
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TEMPO E MEMORIA NELLA LETTERATURA | |
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RENZO RICCHI | |
Firenze | |
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Albert Camus ha scritto che la nostalgia è il segno dell'umano. E dove affondano le radici della nostalgia se non nella memoria, la memoria di ciò che si è perduto vivendo? Boris Pasternak a sua volta dice che quando pensava alla sua vita non vedeva altro che ricordi; scrive, ancora: "Memoria, non accaldarti! Diventa tutt'uno con me!/ Credi e convincimi che sono con te una sola cosa". Del resto la poetica del ricordo era già ricorrente nella letteratura classica. Sia come ricordo epico-collettivo (per esempio epos quali l'Odissea), sia come ricordo più personale e intimista (Orazio, Catullo [...]; anche nel Medioevo e nel Rinascimento la poetica del ricordo era un tema centrale (basti pensare al Canzoniere del Petrarca). La memoria è lo scrigno del tempo, la preservazione - nel tempo - dell'esperienza umana. Potremmo dire che essere è non dimenticare. Cartesio sostiene che conosciamo quello che ricordiamo, anzi che siamo quello che ricordiamo. Gabriel Garcia Marquez ha scritto che "la vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda per raccontarla". [...] |
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